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VestAndPage_Verena.Stenke_Andrea.Pagnes_Venice_Boehm_2012.jpg

Original image: Giulio Boehm 2012

Verena Stenke e Andrea Pagnes lavorano insieme dal 2006 come VestAndPage. Operano prevalentemente negli ambiti della performance art, della cinematografia basata sulla performance e della scrittura teorico-creativa. Loro testi sono stati tradotti in più lingue e pubblicate in libri, riviste d’arte e prestigiosi giornali accademici. Curano progetti indipendenti destinati alla creazione di comunità artistiche temporanee e sono attivi nel settore dell’editoria. Collaborano con istituzioni culturali, compagnie teatrali, organizzazioni umanitarie nell'ambito dell'istruzione, con seminari teorici e laboratori metodologici intensivi.

 

Dal 2006 al 2008 VestAndPage operano prevalentemente in Europa. Tra il 2009 e il 2012, studiano in Asia, America Latina e Antartide, dove producono i loro primi cicli di performance e la trilogia cinematografica sin∞fin.

Nel dicembre 2012 danno avvio alla VENICE INTERNATIONAL PERFORMANCE ART WEEK, progetto di esposizioni documentali sulla storia della performance e performance dal vivo, affiancato da un programma formativo-educativo. Alle prime tre edizioni (la Trilogia del Corpo, 2012, 2014, 2016), hanno preso parte oltre 120 artisti: pionieri della performance art, performer riconosciuti a livello internazionale e giovani emergenti. Nel 2017, il progetto prende un nuovo corso. VestAndPage, con il loro team di collaboratori, decidono di trasformarlo in una piattaforma educativa auto-sostenibile a carattere residenziale e collaborativo, denominata CO-CREATION LIVE FACTORY.  

VestAndPage continuano a realizzare cicli di performance dal vivo, video performance, “performance opera” (progetti interdisciplinari di performance realizzati con più artisti) e serie di durational, ovvero performance che possono variare dalle 24 ore (ad esempio Fear vs Love vs Fear) a più giorni (Without Tuition or Restraint) o fino ad un mese e oltre, come nel caso di Plantain, diventato poi la loro quarta opera cinematografica. Le riprese di Plantain sono iniziate nel 2015. Il film consiste di performance site-specific realizzate nell’arco di sei settimane lungo un itinerario di 1110 chilometri che VestAndPage hanno percorso a piedi, dalla costa tedesca nord-occidentale sino all’enclave russa di Kaliningrad. Seguendo in senso contrario la via del grande esodo avvenuto nell’inverno del ’45, al quale presero parte i progenitori di Stenke ed ispirate ad eventi realmente accaduti in quei giorni. Nel 2020 hanno cominciato la produzione del loro film STRATA.

​Condividono la loro metodologia sulla performance collaborativa in classi intensive e co-creazioni, e sono i direttori del programma educativo della Venice International Performance Art Week. Dal 2019 sono docenti al Master of Performance Practices all'ArtEZ University of the Arts, Arnhem (Olandia) e dal 2021 docenti al MA Performance alla Norwegian Theatre Academy, Fredrickstad (Norvegia).

La loro pratica artistica si basa sulla collaborazione. Ha radici nell'arte concettuale, nel teatro classico e sociale. È concepita psico-geograficamente in risposta a contesti sociali, ambienti naturali, siti archeologici, architetture e rovine urbane. Nei loro film e nelle loro performance dal vivo, contenuti realistici e dettagli sensoriali si fondono ad elementi derivanti da una rilettura e rielaborazione di questioni proprie al rito. Presentati in musei, gallerie, teatri e cinema in cinque continenti, sono lavori che inducono alla riflessione da un punto di vista altro, per via di una costruzione dell’immagine in movimento che pare appartenere ad una dimensione onirica, pensata in modo da favorire interpretazioni più libere.

Per VestAndPage, l'arte della performance è una celebrazione della vita, un’urgenza, un’attività che riordina, traduce e trasmette quello che si manifesta nell’esperienza percettiva o vissuta. Concettualmente, è anche un campo d’indagine fenomenologico in continuo divenire dove poter condurre una ricerca artistica nella quale letteratura, filosofia e scienze politiche intervengono come strumenti che consentono di avvicinarsi al significato di argomenti specifici.

Attraverso lo studio delle dinamiche che si esercitano tra corpo e psiche e partendo dall’assunto che la percezione della realtà avviene in modi molteplici in quanto le informazioni ricevute e assorbite dall’individuo vengono elaborate e archiviate in virtù di processi cognitivi e mnemonici variabili, VestAndPage interpretano l’atto performativo come possibilità. Ovvero, come un congegno che può favorire inattese opportunità d’incontro con l'altro da sé in spazi liminali, instabili, luoghi permeabili dove l’invisibile filtra nel visibile. In modo da innescare momenti di confronto, spesso inquietanti, con il tempo, l’impermanenza dell'esistenza, la fragilità della memoria, la difficoltà di comunicare, laddove norme e ordini precostituiti spesso rappresentano impedimenti e costrizioni da superare.

Nella loro poetica, definita “delle Relazioni”, il non detto, perché dimenticato o represso, è motivo d’ispirazione creativa, così come aspetti del proprio mondo interiore o che affiorano dalla propria memoria genetica. È questa la materia prima e essenziale, alla quale il duo artistico attinge per strutturare performance volte ad esprimere una fiducia nel cambiamento, nella resistenza, nell'unione, nella sublimazione del dolore, del trauma personale e ancestrale.

Se nelle produzioni dal vivo la componente poetica interviene anche come fondamento di ribellione nei confronti di logiche discriminatorie, coercitive e convenzionali, nei film basati sulla performance serve ad eludere la dimensione spazio-temporale, creare un'immediatezza inalterata, mediare il dialogo con l’inconscio rivelando associazioni tra persone, questioni e avvenimenti apparentemente distanti tra loro. In questo senso, la poesia agisce come punto di sutura o dissolvenza tra le sfere del privato, del sociale e dell’universale. Oppure un’alternativa, per quanto utopica, alla quale affidarsi in situazioni di crisi estrema, per renderle sostenibili attraverso il fare artistico, inteso come flusso di esperienze etico-estetiche trasformative del tutto umane.

 

 

BREVE BIO

 

L'artista tedesca Verena Stenke ha studiato arti visive, teatro sociale e orientale. Ha conseguito la qualifica di make-up artist, creatrice di effetti speciali, maschere e costumi teatrali. Da oltre 20 anni, è una praticante di Yoga con esperienze nella danza contemporanea e nelle arti marziali. L'artista e scrittore veneziano Andrea Pagnes ha conseguito la laurea in filosofia e letteratura moderna, il diploma di attore e operatore di teatro sociale, attestati di studio in museologia, critica d'arte, scrittura creativa, retorica, diritti umani. È un professionista certificato di Rebirthing Transpersonale e Creative Dynamic Breathing. Negli anni novanta ha lavorato nelle arti visive, esponendo le sue opere in Europa e nelle Americhe, e come curatore indipendente e coordinatore di progetti patrocinati della Biennale di Venezia. Stenke e Pagnes si sono incontrati a Berlino nel 2006. Sono sposati dal 2010. Vivono e lavorano tra Neckarsulm e Venezia.

 

RICONOSCIMENTI

• Premio miglior film, Pixelgarage Award of Excellence (2021)

• Grant #TakeAction del Fonds DAKU / Commissario del Governo Federale della Germania per la Cultura e i Media (2021)

• Grant #TakeCare del Fonds DAKU / Commissario del Governo Federale della Germania per la Cultura e i Media (2020 e 2021)

• Premio miglior film, Festival del Cinema Indipendente di Berlino (2018)

• Grant del Commissario del Governo Federale della Germania per la Cultura e i Media (2015)

• Grant della Direzione Nazionale dell’Antartide Argentina (2012)

• Grant International Residence dell'AiR Taipei (2012)

• Premio Treviglio Video Poetry (2011)

• Premio per la cultura della città di Nassau (2011)

• Grant della Heinrich-Böll-Foundation (2010)

• Premio letterario Storie (A. Pagnes, 2008)

• Premio per la performance ArtKontakt (2007)

• Windsor & Newton Millennium Painting Award (A. Pagnes, 2000)

• Medaglia d'argento “Robert Schuman” per l'Unità Europea (A. Pagnes, 1990).

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